ELEGANTIE
V 9, 3: Supplodere est pedem terre incutere, quod interim solet in oratore laudari
DEFINIZIONE
Battere (con forza) i piedi per terra
FREQUENZA
Nessuna attestazione
CORRISPONDENZE
LATINO CLASSICO E TARDO-ANTICO
Lewis-Short (s.v. supplodo) e Gaffiot (s.v. supplodo) riportano che supplodo in età classica vuol dire “battere per terra” e, in tal caso, si hanno solamente due attestazioni (Cic. De orat. I 230 e Sen. Epist. LXXV 2) che presentano come complemento oggetto per l’appunto pedem. In età tardo-antica il verbo, se costruito intransitivamente e accompagnato dal dativo, assume l’accezione prevalente di “applaudire”, “approvare” (oppure, se concepito transitivamente, il valore di “schiacciare”, “abbattere”, “annientare” (Macr. Somn. I 2, 3: «illam calumniam persequemur quae, nisi supplodetur, manebit Ciceroni cum Platone communis»). Ulteriore conferma di ciò deriva da Blaise chr. (s.v. supplodo): «repousser, réfuter, confondre, anéantir, supprimer», «s’applaudir de, se vanter de».
LATINO MEDIEVALE
L’unica attestazione di carattere lessicografico ci proviene da Papias (Elem. s.v. supplodit) e risulta oltremodo confusionaria dal momento che il grammatico associa a supplodo l’equivalente subsono (“far risuonare al di sotto” e, quindi, “lasciar intendere”): «Supplodit, subsonat». Lo stesso vale per Du Cange (s.v. supplodere), il quale intende supplodere come “sottoporre”, “mantenere”, “spingere” («supponere; sustentare; trudere»). Il DMLBS distingue supplaudere (s.v. supplaudere: «to congratulate, applaud») da supplodere (s.v. supplodere: «to stamp or trample on», cioè “calpestare”).
LATINO UMANISTICO
Le Ver, s.v. supplodere: «.i. secundum Papiam subsonare». Ramminger (s.v. supplaudo) rileva il particolare significato di «applaudieren» (“applaudire”, “approvare”) attribuito a supplaudere, il quale (come rilevato anche dal DMLBS per il Medioevo) sembra distinguersi da supplodere. Nebrija (s.v. supplodo) rende supplodo con lo spagnolo «patear en desfavor» (“sfavorire”) e associa a explodo, complodo e supplodo il medesimo significato. Calepino (s.v. explodo) non mostra di recepire quanto è possibile leggere in Eleg. V 9, 2 poiché non ritiene che complodere e supplodere (come rigidamente asserito da Valla) debbano essere intesi unicamente in rapporto alle mani e ai piedi.
NOTA CRITICA
V. identifica supplodere come «pedem terre incutere», ossia “battere <con forza> il piede per terra, gesto che talvolta è solitamente apprezzato nell’oratore”. A partire dall’età tardo-antica e soprattutto in epoca medievale, il valore originario del verbo viene frainteso, motivo per cui V. con la stesura del capitolo delle Elegantie desidera reintegrare per il termine il suo classico usus.