ELEGANTIE

V 9, 2: Est enim complodere adversas manus invicem collidere, quod fieri pluribus de causis solet, vel ad testificandum more feminarum dolorem, vel pre gaudio, vel per subitam admirationem, vel sique sunt alie cause

DEFINIZIONE

Battere (con forza) le mani l’una contro l’altra

FREQUENZA

Nessuna attestazione

CORRISPONDENZE

LATINO CLASSICO E TARDO-ANTICO

ThlL III: 2105, s.v. complodo (o complaudo): 1. in generale, “sbattere insieme”, “far scontrare” (concutere, repercutere, illidere) due oggetti; 2. nello specifico, “battere le mani”, gesto che nell’antichità classica non indicava solo felicità, ma era anche avvertito come segno di agitazione e di indignazione, di rabbia oppure di dolore. In età tardo-antica, come testimoniato da Blaise chr. per la letteratura cristiana antica (s.v. complaudo: «heurter contre», «applaudir ensemble à»), l’accezione del verbo non subisce drastici cambiamenti. Ai classici valori di complodere si affianca quello ulteriore di “applaudire” nel senso di “approvare”, “gioire di” (in latino plodere o plaudere).

LATINO MEDIEVALE

Si veda Papias, Elem., s.v. complodere: «Complodere, repercutere, mutuo percutere»; Vincenzo di Beauvais, Speculum doctrinale I, Breve vocabularium, c. XLVIII, vocabula incipientia per ‘c’: «Complodere, repercutere»; ibidem, c. LX, vocabula incipientia per ‘p’: «Plaudere, manus complodere». In sintesi, complodo continua a essere inteso nel valore di “far scontrare”, come sinonimo di plodere/plaudere (“applaudire”, “lodare”) oppure come sinonimo di coniungere, concutere (“unire”), il che costituisce una novità rispetto all’età classica e tardo-antica, come confermato da Uguccione da Pisa (Der. P 133, 8-9, s.v. plaudo: «(8) complaudo -is vel complodo -is, idest simul plaudere vel insimul repercutere et claudere manus, et ponitur simpliciter pro coniungere vel concutere, (9) unde complosus -a -um, concussus vel coniunctus; Lucanus complosas tenuisse manus [Lucan. II 292]») e da Giovanni Balbi: (Cath., s.v. complodo: «Complodo <->dis complosi complosum ex con<-> et plodo, <->dis et est complodere simul plodere vel simul repercutere et claudere manus et ponitur simpliciter pro coniungere vel concutere. Iudi. VII Ceperunt buccinis clangere et complodere inter se lagenas [Iudc. 7, 19]»).

LATINO UMANISTICO

Le Ver, s.v. complodo: «.i. insimul manus repercutere et facere sonum manibus ex leticia .i. batre ses pammes de joie ou courous – componitur a *con et *plodo .dis et sunt idem complaudo et complodo. Complodere eciam ponitur pro coniungere vel concutere». Nebrija (s.v. complodo) traduce complodere con lo spagnolo «desfavorecer» (“non essere favorevole a”) e associa a explodo, complodo e supplodo il medesimo significato. Calepino (s.v. explodo) non mostra di recepire quanto è possibile leggere in Eleg. V 9, 2 poiché non ritiene che complodere e supplodere (come rigidamente asserito da Valla) debbano essere intesi unicamente in rapporto alle mani e ai piedi.

NOTA CRITICA

V. afferma che complodere significa “far urtare <con forza> tra di loro le mani, cosa che suole verificarsi in moltissimi casi, o come forma di manifestazione del dolore secondo il costume delle donne oppure come motivo di gioia o di stupore improvviso o per <qualsiasi> altra ragione”. La definizione proposta dall’umanista permette di distinguere complodo dagli altri composti di plodo e di non frainterderne il valore, come invece fanno alcuni autori (Uguccione da Pisa e Giovanni Balbi) in epoca medievale.