ELEGANTIE

V 69, 1: Introcludo te in interioribus cludo, si reperitur

DEFINIZIONE

Rinchiudere, chiudere dentro

FREQUENZA

Nessuna attestazione.

CORRISPONDENZE

LATINO CLASSICO E TARDO-ANTICO

Forcellini, s.v. introcludo: «(intro et claudo) idem atque intracludo, inchiudere»; Lewis-Short, s.v. introcludo: «for intracludo, to shut up in»; Gaffiot, s.v. introcludo: «enfermer». Tuttavia, in età classica si riscontra solo il participio introclusus nel De Aetna di Publio Cornelio Severo, contemporaneo di Ovidio (come segnalato anche da Forcellini, s.v. introcludo), ma il verso 315 recita: «Hoc plura efficiant intra, clausique necesse est».

LATINO MEDIEVALE

Blaise med., s.v. introcludo: «enfermé, compris (territoire)» in una lettera di papa Sergio IV (ep. 4, linea 1501 A) e Arnaldi-Smiraglia, s.v. introclusus: «interclusus».

LATINO UMANISTICO

Perotti lib. 1, epig. 2, 450: «[…]. Introcludo, in interioribus claudo. Seneca: Qui domi introclusus ociabatur [Sen. ?]» e Calepino, s.v. intercludo: «Introcludo vero est in interioribus claudo. Seneca: Qui domi introclusus ociabatur [Sen. ?]».

NOTA CRITICA

Nonostante intercludere in età classica voglia dire sia “bloccare” (la strada o la via a qualcuno) sia “rinchiudere” , V. preferisce associare quest’ultimo significato a introcludere aggiungendo «si reperitur» (cfr. Eleg. V 69, 1): in definitiva, sembra emergere la consapevolezza del fatto che introcludo sia adoperato solamente in un’occasione in epoca classica (cfr. Latino classico e tardo-antico) e nel Medioevo (cfr. Latino medievale). Ad ogni modo, Perotti e Calepino seguono la lezione valliana citando addirittura un irreperito passo di Seneca (cfr. Latino umanistico).